Provincia di Modena, lavoro femminile: disoccupazione in calo dell’8.4%

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Secondo i dati elaborati dal servizio Statistica della Provincia, 132 mila occupate nel 2015

business-womanMODENA – Sono oltre 132 mila le donne occupate nel modenese nel 2015, su un totale di 302 mila occupati complessivi. I numeri, elaborati dal servizio Statistica della Provincia, sulla base dei dati Istat e delle comunicazione di assunzione delle imprese ai Centri per l’impiego modenesi, sono disponibili sul sito www.modenastatistiche.it.

Il tasso di occupazione femminile modenese (dai 15 ai 64 anni), sempre per l’anno 2015, calcolato dal rapporto fra gli occupati e la popolazione femminile di riferimento, risulta pari al 58,3 per cento, in linea con il dato regionale, più elevato del corrispondente dato medio nazionale. Il tasso di disoccupazione femminile modenese per il 2015 ammonta all’8,4 per cento, contro il 9,1 per cento in regione e 12,7 per cento a livello nazionale; nel 2014 era all’8,8 per cento. Il tasso di disoccupazione generale (uomini e donne) a Modena nel 2015 è del 7,4 per cento.

Se consideriamo le ragazze (15-24 anni) gli scostamenti rispetto ai dati nazionali sono ancora maggiori: il tasso di disoccupazione femminile giovanile a Modena si attesta al 19 per cento, mentre in regione supera il 33 per cento ed è oltre al 42 per cento a livello nazionale.

«Sono dati – sottolinea Barbara Maiani, consigliera di Parità della Provincia di Modena – che evidenziano una più elevata partecipazione delle donne modenesi al mercato del lavoro nel nostro territorio che offre qualche opportunità in più. Tuttavia l’impatto negativo della crisi si è fatto sentire sul lavoro femminile in misura maggiore rispetto agli uomini e le donne continuano a trovare maggiori difficoltà a inserirsi nel mercato del lavoro. Un mercato del lavoro che comunque sta cambiando, anche per le donne, per effetto della crisi ma anche delle nuovi disposizioni legislative, in particolare il Jobs act».

Al 30 giugno 2015 le lavoratrici iscritte in stato di disoccupazione ai Centri per l’impiego modenesi ammontano a 14.522 unità, quasi la metà del totale, circa 26 mila, in linea con il dato Istat (vedi comunicato n. 292)

L’elaborazione della Provincia sull’occupazione femminile ha preso in esame anche i dati sulle assunzioni comunicate dalle imprese ai Centri per l’impiego che possono contribuire a descrivere la dinamica occupazionale dell’economia modenese ma, essendo ricavati dalle singole pratiche amministrative (quindi più pratiche possono riguardare anche una stessa persona) e non frutto di analisi statistica, vanno letti contestualmente ai dati Istat.

Emerge che quasi la metà degli avviamenti al lavoro (pari a 66.522) è relativa a lavoratrici (su 135.672 avviamenti nel complesso), in crescita rispetto al 2014 (63.709 comunicazioni) e al dato 2013 (60.796 avviamenti). Delle assunzioni comunicate, 52 mila sono relative a lavoratrici italiane e 14 mila a lavoratrici straniere, provenienti soprattutto da Romania, Marocco, Albania, Pakistan, Cina, Ghana e Moldova. Il 74,8 per cento degli avviamenti lavorativi complessivi registrati nel 2015 sono a tempo determinato (101.465 avviamenti) con una incidenza, oltre il 77 per cento (51.496 unità), nel lavoro femminile.

Per quanto riguarda i settori di attività quasi il 38 per cento (51.163 avviamenti) è stato presentata per due settori: “Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese” (all’interno del quale ci sono le agenzie di lavoro interinale) e “Istruzione” settore dove le donne sono in netta prevalenza. Tutti i principali settori vedono negli ultimi due anni un aumento della manodopera femminile, eccetto le attività con le famiglie in qualità di datori di lavoro (dove sono inquadrate colf e badanti) dove nel 2015 si è registra un calo costante delle assunzioni comunicate dalle 5.188 del 2013 alle 4.861 del 2015.

E a livello di mansione lavorativa si evidenziano, per le donne, due tipologie prevalenti, con oltre la metà degli avviamenti di lavoratrici del 2015: le “Professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione” (all’interno del quale ci sono i docenti) e le “Professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi”.