Rimini

A “Piazza Cavour: la piazza dei palazzi” sono dedicate le Giornate Fai riminesi del 19 e 20 marzo 2016

Ieri la conferenza stampa di presentazione in Residenza comunale

RIMINI – Sono state presentate ieri mattina in Residenza comunale le Giornate Fai di primavera 2016, dal 18 al 20 marzo in Italia e anche a Rimini, quest’anno dedicate ai palazzi di piazza Cavour, che per l’occasione saranno aperti a tutti i visitatori che lo vorranno dalle ore 15 alle 18 di sabato 19 marzo e dalle ore 9 alle 12 e dalle 15 alle 18 nella giornata di domenica 20 semplicemente presentandosi ai banchetti Fai sotto la galleria del teatro Galli. E’ proprio il teatro Galli, infatti, al centro delle due giornate quando oltre al Palazzo del Podestà, Palazzo dell’Arengo, Palazzo Garampi, sarà possibile visitarne il foyer e parte del cantiere.

“Tornano in 380 città italiane le Giornate FAI di Primavera, la storica manifestazione del FAI. – recita infatti l’abstract per il lancio delle Giornate FAI di Primavera 2016 – una grande festa di piazza dedicata ai beni culturali. Un’occasione unica per scoprire luoghi solitamente chiusi al pubblico e sentirsi parte di un’Italia diversa creata dagli 8,5 milioni di persone che in questi anni hanno dimostrato di amare e di riconoscersi nell’immenso patrimonio culturale custodito nel nostro Paese.”

“Un obiettivo che non possiamo non condividere. Mi colpisce sempre quell’espressione quel ‘sentirsi parte di un’Italia diversa’ – ha detto il Sindaco di Rimini che ha voluto esser presente alla conferenza stampa di ieri mattina – perché in essa si riflette la questione italiana. Da una parte il lato positivo dell’orgoglio di chi ha difeso e difende il ruolo della cultura prima di tutto come collante sociale e comunitario del Paese; dall’altra il rimarcare con quell’aggettivo, ‘diversa’ appunto, i guasti di un’Italia dove conoscere e tutelare il proprio patrimonio storico/artistico/ambientale non rientra nella ‘normalità’.

Buona parte del lavoro dell’amministrazione comunale – ha proseguito il Sindaco – in questi 5 anni, è stato dedicato al tentativo di trasformare l’eccezione in regola. Basandoci su un elemento che proviene proprio dal rapporto tra storia e comunità riminese: la rimozione del passato.

Il trauma della città distrutta all’80 per cento dai bombardamenti del biennio 1943-1944; la faticosa ricostruzione; l’immigrazione mezzadrile interna; la travolgente velocità nell’inventarsi un modello turistico innovativo, fortunato e allo stesso tempo esclusivo e vorace; hanno, per rigagnoli differenti, ingrossato in pochi anni il fiume di un’amnesia condivisa, consegnando la sensazione di Rimini ‘città nuova’, senza un passato se non quello racchiuso in 7 decenni scarsi, al massimo una concessione a flebili e lontanissimi echi di età imperiale romana. Questo annullamento del ‘prima’, a favore di un ‘dopo’ quasi più vicino alla cronaca che alla storia, dal dopoguerra ha avuto come ricaduta una costante sottovalutazione del ruolo e delle potenzialità della storia e dei suoi luoghi, scarsamente considerati quali asset principali di un governo sostenibile e contemporaneo della comunità; semmai utilizzati per mera funzionalità quotidiana.

Questa ‘rottamazione’ del proprio passato ha, a mio avviso, determinato una perdita per la città di Rimini. E questa amministrazione comunale ha voluto e vuole colmare questa perdita. Nel giro di un anno e mezzo il quadrante compreso tra piazza Malatesta e Teatro, Ponte di Tiberio, Casa del Cinema e Museo sarà protagonista della trasformazione urbana più importante da decenni a questa parte. Ognuno di questi luoghi, sinora contenitori per utilizzi impropri che spesso ne hanno svilito importanza e funzione socioeconomica, ritroverà le sue originarie funzioni nel contesto di una città contemporanea che oggi decide di fare della cultura l’asset strategico del proprio sviluppo. Una riconversione del modello da cui ci aspettiamo enormi risultati sia in termini di recupero identitario che di rilancio delle strutture di accoglienza.”

Saranno accompagnati da 142 “ciceroni” i visitatori che vorranno approfittare di quest’opportunità unica per conoscere Rimini come lo sono le Giornate Fai, giunte al 24° appuntamento nazionale, il 20° in Città. 142 ragazzi delle scuole superiori che si sono formati in questi mesi con incontri coi volontari Fai e alcuni funzionari del Comune.

“Un’esperienza che anch’io ho fatto da ragazzo – ha detto Andrea Serrau, capo delegazione Fai Rimini, alla presentazione assieme al predecessore Roberto Mancini –e che mi è servita ad accrescere attraverso la conoscenza l’amore per la mia Città e ad essere quello che oggi sono. A questi apprendisti “ciceroni” un compito importante, quello di trasmettere e condividere questo amore attraverso la conoscenza e la storia non solo per due giorni, ma continuamente, nella vita di tutti i giorni, ad amici e famigliari.

L’edizione 2015 si era svolta a palazzo Ghetti a aveva registrato 1500 visitatori.

Il FAI (Fondo Ambiente Italiano) organizza tutti gli anni “Le giornate Fai di primavera” giunte quest’anno alla 24° edizione. In questi 23 anni il Fai ha aperto per tutti, italiani e stranieri, le porte di 9000 luoghi solitamente chiusi al pubblico in più di 3600 città in tutta Italia, consentendo a 8.5 milioni di persone di godere dello spettacolo della loro bellezza.

Spenti i riflettori sulle giornate Fai di Primavera il lavoro del Fai continua e tutto l’anno sono impegnati perché il paesaggio italiano, i suoi luoghi e i suoi monumenti, i capolavori d’arte che custodisce e che raccontano la storia, la memoria e l’identità del nostro Paese non vengano dimenticati, ma siano protetti e valorizzati.

Il Fai conta circa 120.000 iscritti in tutto il Paese.

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Redazione

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