Peers-conferenze d’artista, domani il terzo appuntamento a Forlì

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Domenica 15 gennaio 2017, alle ore 16.00, a Palazzo Romagnoli di via Albicini

palazzo romagnoli forlìFORLÌ – Domenica 15 gennaio 2017, alle ore 16.00, a Palazzo Romagnoli di via Albicini, a Forlì si terrà il terzo appuntamento con Peers-conferenze d’artista, organizzato dall’associazione culturale [dif-fù-sa contemporanea] in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura e Politiche Giovanili e il servizio Cultura-Musei del Comune di Forlì.
Con questo incontro si ritrova il classico format che contraddistingue la rassegna e che prevede due artisti in dialogo tra di loro. Oltre a introdurre il proprio lavoro, ad ognuno viene chiesto di esporre le proprie considerazioni anche sulle opere dell’altro, in modo da sviluppare un circolo ermeneutico, in cui ci sarà spazio per puntualizzazioni di metodo, ma anche per quesiti e curiosità da parte del pubblico.
Le artiste in dialogo questa domenica sono Giorgia Valmorri e Linda Rigotti. Moderano Elena Dolcini e Federica Pogliani per [dif-fù-sa contemporanea]
Dopo la conferenza, l’evento si sposta nella sede di [dif-fù-sa contemporanea], presso Wundergrafik, in via Cobelli 34, dove si potranno vedere alcune opere degli artisti, allestite in un one-day show per l’occasione.
L’attenzione al luogo di origine e/o di vita degli artisti vuole creare le basi per un discorso non solo sul nostro territorio, indagandone l’identità, le sue attuali condizioni e la modalità del suo essere supporto ad “imprese artistiche”, ma anche un discorso sul senso geografico tout court. In un contesto artistico contemporaneo dove molte scoperte e conoscenze si fanno online, ci chiederemo se il topos fisico lascia spazio o meno a un topos virtuale in cui, al di là del fuso orario, l’importanza della location geografica è messa quasi in questione. Il coinvolgimento di artisti “fuori sede” promuove lavori e personalità prima sconosciuti al pubblico forlivese e implementa un network dove lo specifico territoriale non soffre, ma gode della sua condizione periferica, confrontandosi con l’esterno, le sue attualità, mode e contaminazioni internazionali.
Peers in inglese significa pari, simili, colleghi. É una parola che è stata scelta per sottolineare l’orizzontalità della manifestazione, dove il dialogo non è tra artista e curatore, artista e gallerista – un format verticale in cui si incontrano/scontrano professionalità differenti – ma tra artista e artista, tra colleghi che, per quanto alla prese con ricerche diverse e magari anche dissonanti, condividono uno status, un modus vivendi e, spesso, una sensibilità.
Il format di Peers permette agli artisti di osservare il proprio lavoro da una prospettiva insolita, esterna, ma comunque alla pari, offrendo contemporaneamente al pubblico la loro storia di colleghi, simili professionisti che lavorano all’interno di un mondo complesso e frammentato come quello dell’arte contemporanea.
Qui a seguire alcune indicazioni biografiche sulle artiste in dialogo domenica e sulla loro poetica.

Il lavoro di Giorgia Valmorri (Cesena, 1984) presuppone un dialogo continuativo con la natura; giardini, semi, piante e rocce sono alcuni degli elementi ricorrenti del suo approccio, che incrocia l’arte relazionale e partecipativa. Oggetti ma anche incontri umani, installazioni d’arte ma anche esperimenti antropologici sono gli elementi con cui Giorgia lavora. L’artista, più che faber, attenta osservatrice del reale che si fa da lei malleare, si prende cura pazientemente delle relazioni, umane e non, a cui i suoi progetti danno vita e continuità.
L’artista ha studiato all’Accademia delle Belle Arti di Urbino e attualmente lavora come assistente di produzione della curatrice indipendente Silvia Petronici.

Linda Rigotti (Tione di Trento, 1982) sceglie il video e la performance come linguaggi d’elezione. Il legame con la sua terra d’origine, simboleggiato dalla montagna, è una costante nei suoi lavori e racconta di un focus, quello sul paesaggio, che unisce identità individuale e contesto geografico, rapporti sociali e ambiente. Il luogo geografico e la sua interazione con la persona diventano metodo di un’analisi del sé; l’artista, partendo dalla sua appartenenza, dà un senso all’allontanamento e alla sua indipendenza – da anni si è trasferita a Bologna. L’azione, sia nei video che nelle performance, è la forza del modus operandi di Linda; che sia scalare o mettere in scena un qualsiasi scambio umano, agire è raccontare un cambiamento, il percorso di evoluzione dell’artista e della sua socialità.

Domenica 15 gennaio ore 16,00, Salone d’Incontro di Palazzo Romagnoli (Via Albicini, 12 – Forlì).