Modena: “Più famiglie beneficeranno del reddito di inclusione”

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Assessora al Welfare Urbelli: Bene l’approvazione del Rei. Novità importante è che, rispetto al Sia, viene innalzato il limite di reddito per accedere al contributo

Municipio-Comune-ModenaMODENA – “Apprendiamo con soddisfazione che la misura di sostegno alla povertà e all’inclusione sociale avviata in modo sperimentale lo scorso anno, è diventata strutturale con l’approvazione del decreto legislativo da parte del Governo”.

Lo afferma l’assessora al Welfare del Comune di Modena Giuliana Urbelli che spiega: il Rei, Reddito di inclusione, così si chiamerà, sostituirà il Sia (Sostegno all’inclusione attiva) fornendo una previsione strutturale che consentirà una migliore programmazione per quanto riguarda la progettazione individuale e la certezza del finanziamento”.

“La novità più importante – sottolinea Urbelli – l’aver cioè innalzato del doppio il limite Isee per l’accesso al beneficio, che è passato da 3 mila a 6 mila euro, come avevano chiesto le amministrazioni dell’Emilia Romagna, speriamo possa consentire anche a Modena a molte più famiglie in condizione di disagio di accedere al Reddito di inclusione, nuclei che pur essendo in gravi difficoltà erano rimaste escluse dal precedente dispositivo. Basti pensare che da settembre ad oggi delle circa 800 domande, presentate agli uffici dei Servizi sociali del Comune per ottenere il Sia, appena 250 avevano i requisiti per poter essere accolte e quindi per ricevere il beneficio erogato dall’Inps.

Aspettiamo quindi di vedere l’applicazione della nuova misura nazionale, così come ci stiamo preparando all’entrata in vigore, attraverso l’approvazione dei provvedimenti attuativi, del Res il Reddito di solidarietà introdotto a livello regionale. Tutti interventi – precisa Urbelli – che si collocheranno a rinforzo delle misure per contrastare la povertà finanziate dal Comune di Modena che nel 2016 ha sostenuto oltre 1200 nuclei in difficoltà erogando complessivamente contributi economici per 2,5 milioni di euro dedicati per oltre il 50 per cento al mantenimento dell’abitazione, ma sono ben di più i nuclei seguiti dai Servizi anche con altri tipi di intervento e quelli che hanno bisogno”.

Da quanto si apprende, la corresponsione del Rei, che partirà da gennaio 2018, dovrebbe seguire la stessa logica del Sia, che prevede l’adesione del nucleo familiare interessato ad un progetto personalizzato di inclusione sociale o lavorativa, quindi rivolto a percorsi di avvicinamento al lavoro.

“Una logica – osserva l’assessora al Welfare – che condividiamo profondamente e che come Comune avevamo anticipato con il Patto sociale finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, con il quale, a fronte dell’erogazione di un contributo economico a sostegno dell’abitare, si chiedeva l’assunzione di specifici impegni, dal volontariato ad azioni finalizzate ad acquisire competenze e abilità eventualmente spendibili nel mercato del lavoro”.