L’assessore Gazzola a Lodi per l’inaugurazione di una sala della Biblioteca Laudense

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logo comune PiacenzaCerimonia di intitolazione della sala  alla memoria delle vittime del disastro aereo di Linate dell’8 ottobre 2001

PIACENZA – Anche l’assessore alla Legalità Luigi Gazzola, a nome del Comune di Piacenza, era presente sabato 19 marzo a Lodi alla cerimonia di intitolazione di una sala della Biblioteca Laudense alle vittime dell’incidente aereo di Linate dell’8 ottobre 2001, in cui morirono 118 persone, tra le quali anche tre piacentini: Luca Polastri, Marco Moroni e Simone Agosti.

L’iniziativa, organizzata dal Comune di Lodi in collaborazione con il “Comitato 8 ottobre 2001, per non dimenticare”, ha visto la partecipazione dei sindaci di tutti i Comuni del Lodigiano, compreso il primo cittadino del capoluogo laudense Simone Uggetti, e dei territori vicini in cui risiedevano alcune delle vittime. Dopo la Santa Messa presso la chiesa di San Filippo celebrata dal vescovo di Lodi, monsignor Maurizio Malvestiti, il corteo dei partecipanti si è mosso verso la sede di via Solferino della Biblioteca Laudense, dove si sono svolti i discorsi commemorativi e la cerimonia di intitolazione.

“Una presenza doverosa, quella dell’Amministrazione – sottolinea l’assessore Gazzola – in segno di vicinanza alle famiglie e per testimoniare il fatto che, a dispetto del tempo trascorso, quanto è accaduto non viene dimenticato. L’incidente di Linate è stato un dramma che ha lasciato un segno profondo, per le circostanze assurde in cui si verificò e per gli inquietanti interrogativi che sollevò su questioni di fondamentale importanza legate alla prevenzione dei rischi e alla corretta applicazione di elementari misure di precauzione. La decisione della città di Lodi – conclude Gazzola – di dedicare alla memoria delle vittime una sala della Biblioteca Laudense è un gesto simbolico ma carico di significato, volto a sensibilizzare le istituzioni, le nostre comunità e i singoli individui sui temi della sicurezza aerea affinché simili tragedie non debbano più ripetersi”.