MODENA – Istituire una Centrale unica di committenza per gli appalti pubblici; svolgere un’azione di formazione e consulenza per sviluppare una Rete provinciale per l’integrità e la trasparenza delle pubbliche amministrazioni; avviare un sistema di monitoraggio del rischio di infiltrazioni mafiose nei diversi comparti economici. Sono i tre obiettivi che si pone “Labalt, Laboratorio appalti legalità e trasparenza”, il progetto per rafforzare la rete provinciale per l’integrità delle pubbliche amministrazioni e la prevenzione del crimine organizzato di stampo mafioso che sarà avviato entro la fine del 2016 grazie all’accordo di programma sottoscritto nei giorni scorsi dal Comune di Modena e dalla Regione Emilia Romagna.
L’accordo, firmato dagli assessori con delega alle politiche per la legalità Massimo Mezzetti e Andrea Bosi, si colloca nell’ambito della legge regionale (la numero 3 del 2011) che prevede misure per l’attuazione coordinata delle politiche regionali a favore della prevenzione del crimine organizzato e mafioso e per la promozione della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile.
“La firma dell’accordo e la creazione di Labalt – commenta l’assessore Bosi –
Il progetto, co-finanziato alla pari da Regione e Comune per un totale di 40 mila euro, è interamente incardinato sulla realtà modenese e si sviluppa su due linee di azione parallele: da un lato avviare una serie di approfondimenti giuridici e organizzativi, in attuazione del nuovo codice degli appalti e nello spirito nella proposta di legge della giunta regionale, per arrivare alla costituzione di una centrale unica per gli appalti pubblici che avrà lo scopo di rendere più efficiente l’attività amministrativa, attraverso l’adozione di procedure uniformi, più rapide e trasparenti, innanzitutto a livello del Comune di Modena, con l’obiettivo di mettere a disposizione l’esperienza per un’area più vasta. Dall’altro, la realizzazione di un programma di formazione, definito in accordo con l’associazione Avviso pubblico, che partirà nel mese di settembre e coinvolgerà sia i dipendenti pubblici che la cittadinanza, in particolare professionisti, imprenditori, insegnanti con l’obiettivo di rafforzare competenze e strumenti operativi che possano rinforzare il ruolo dell’ente locale come argine ai fenomeni corruttivi e alle infiltrazioni mafiose, e l’attivazione di un sistema di monitoraggio del rischio infiltrazioni nei diversi comparti economici.
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