La visita di Papa Francesco in Emilia Romagna

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Il presidente Bonaccini: “L’intera comunità regionale abbraccia il Santo Padre, una presenza che tocca nel cuore la nostra terra”. La visita pastorale del Pontefice il 2 aprile a Carpi e Mirandola, nel modenese. Il presidente della Regione: “La presenza del Pontefice tocca nel cuore una terra che grazie alla tenacia della sua gente ha provato immediatamente a rialzarsi e dove, insieme, stiamo completando con efficacia la ricostruzione post sisma. Voglio ringraziare il Vescovo di Carpi, monsignor Francesco Cavina, per aver reso possibile la visita del Pontefice, e con lui i sacerdoti, i religiosi e le religiose coinvolti, e tutti coloro che saranno presenti domenica”

logoregioneemiliaromagnaBOLOGNA – “L’Emilia-Romagna si appresta ad abbracciare Papa Francesco. Una presenza, quella del Santo Padre in Emilia, che onora l’intera comunità regionale, che tocca nel cuore una terra che grazie alla tenacia della sua gente ha provato immediatamente a rialzarsi e dove, insieme, stiamo completando con efficacia la ricostruzione seguita al sisma del 2012”. Così il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, in occasione della visita pastorale del Pontefice domenica 2 aprile a Carpi e Mirandola, nel modenese.

“Per noi ricostruire vuol dire e ha voluto dire salvaguardare i nostri luoghi- prosegue Bonaccini- e ricostruire le chiese significa riconsegnare alle nostre comunità una parte importante della loro identità, perché le chiese fanno comunità, al pari di piazze, municipi, scuole. Per questo le vogliamo ricostruire tutte, dalle più piccole alla cattedrale di Carpi, inaugurata proprio sabato scorso, nella quale sarà Papa Francesco domani, domenica. Una visita pastorale di grande significato, per chi ha fede ma anche per chi, da laico, si interroga sulle domande del nostro tempo, su una società che deve comunque ritrovarsi su valori e principi condivisi, che deve costruire ponti e non alzare muri. Una visita di grande importanza per la nostra comunità regionale, e voglio ringraziare il Vescovo di Carpi, monsignor Francesco Cavina, per averla resa possibile, e con lui i sacerdoti, i religiosi e le religiose coinvolti, e tutti coloro che saranno presenti domenica”.

Sulla ricostruzione degli immobili destinati al culto e alla loro fruizione pubblica, proprio di recente, a Bologna, nella sede della Regione, il presidente Bonaccini, commissario alla ricostruzione, e il presidente della Conferenza episcopale dell’Emilia-Romagna e Arcivescovo Metropolita di Bologna, monsignor Matteo Maria Zuppi, e anche con i rappresentanti delle arcidiocesi di Modena-Nonantola, di Ferrara-Comacchio, di Ravenna-Cervia e delle diocesi di Reggio Emilia-Guastalla e Carpi, hanno fatto il punto della situazione: sono 118 le chiese riaperte (su 54 si intervenne nei mesi successivi alle scosse per garantire lo svolgimento delle funzioni in ogni comune colpito dal sisma e altre 64 sono state inserite nel Piano delle opere pubbliche e dei beni culturali). In tutto sono stati 294 gli edifici religiosi danneggiati dalle scosse del 2012 e ora proseguirà con i lavori risultando già finanziati interventi per 267 milioni di euro, con le Diocesi dirette responsabili della progettazione, realizzazione e scelta di quelli prioritari.

Più in generale, a cinque anni dal terremoto nove famiglie su dieci sono tornate alla normalità. Per la ricostruzione delle abitazioni e delle imprese complessivamente sono già stati dati contributi per oltre 3,7 miliardi di euro, di cui 2,1 miliardi già liquidati. Sono quasi 20mila le case ripristinate, 7 mila i negozi nei centri storici. Tutte le scuole sono state riaperte. Le imprese sono ripartite e la produzione, in un’area in cui si produceva il 2% del Pil nazionale, è tornata ai livelli pre-sisma, con le ore di cassa integrazione praticamente azzerate e l’export che sta volando, soprattutto nel comparto del biomedicale.

“Tra qualche anno- chiude il presidente Bonaccini– sono certo che la ricostruzione dell’Emilia colpita dal sisma sarà ricordata proprio per la sua efficacia. E questo è un merito che va ascritto a tutti coloro che hanno contribuito a raggiungere questo straordinario risultato, a partire dai cittadini, insieme a sindaci, imprese, lavoratori, istituzioni, associazioni e volontariato, in un gioco di squadra, un saper fare insieme, che è la forza di questa terra”.