Il libro racconta, attraverso i protagonisti dell’epoca, la nascita della connotazione economico-turistica della città, così come oggi la conosciamo.
Dal primo treno a vapore che fermava a Riccione nel 1862 grazie alla richiesta di Don Carlo Tonini, uno dei primi promotori della città, che decantava la salubrità delle acque marine, la finezza della sabbia e la freschezza dell’aria, al sorgere dei primi ospizi marini e con essi del turismo elioterapico. Lo sviluppo della città passa attraverso la presenza di imprenditori e personalità di spicco e ben presto vengono costruite ville e villini che si affacciano sul mare. Grazie a Maria Boorman Ceccarini a fine ‘800 Riccione si dota del giardino d’infanzia, dell’ospedale e del porto canale. Intanto i riccionesi aprono ristoranti, hotel e stabilimenti balneari, pronti ad accogliere una clientela multiculturale. La corsa allo sviluppo è frenata dalla Iª Guerra mondiale e dal terremoto del 1916. Nel 1922 la Perla Verde si affranca da Rimini affacciandosi sul ventennio fascista.
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