Festa del lavoro con “Oriele e la fabbrica del tabacco”

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Martedì 1 maggio, al Teatro Comunale, lo spettacolo promosso dal Comune con cinque compagnie teatrali. I biglietti sono gratuiti e le prenotazioni aperte

Municipio-Comune-ModenaMODENA – Oriele è operaia alla Regia Manifattura Tabacchi di Modena, dove si entra solo con il certificato di miseria e la raccomandazione di qualche notabile della città. La sua storia, ma anche quelle di Teresa, Bruna, Argìa, Elide e del dottor Rolando Silvestri, l’unico che abbia a cuore le sorti delle sigaraie, sono al centro di “Oriele e la fabbrica del tabacco”, lo spettacolo che andrà in scena martedì 1 maggio, in occasione della Festa dei lavoratori, al Teatro comunale Luciano Pavarotti.

Promosso dal Comune di Modena, in collaborazione con Emilia Romagna Teatro Fondazione, Fondazione Teatro comunale di Modena, Cgil, Cisl, Uil e con il contributo di Bper Banca, lo spettacolo è a ingresso gratuito. I biglietti si possono già ritirare all’Ufficio relazioni con il pubblico e allo Iat di piazza Grande 17, e nelle sedi del Quartiere 2, in via Nonantolana 685/s; Quartiere 3, via don Minzoni 121; Quartiere 4, via Newton 150/b.

“Oriele e la fabbrica del tabacco” è tratto dall’omonimo romanzo di Elena Bellei (per la casa editrice digitale Il dondolo), con la consulenza drammaturgica di Emanuele Aldrovandi, e vede riunite cinque compagnie teatrali modenesi, Amigdala, Čajka Teatro, Drama Teatro, Peso specifico teatro, Sted-Teatro, sotto la direzione di Toni Contartese e con i cori di voci femminili Le chemin des femmes e Le core. La storia di Oriele e delle sue compagne, al lavoro per dieci ore al giorno con il tabacco fermentato appoggiato sulla pancia, si intreccia con quella del medico Silvestri che le visita gratuitamente e compie ricerche per dimostrare il legame tra i vapori tossici della fabbrica e il tasso altissimo di aborti. Due storie che corrono parallele e si incrociano in un’unica vicenda di riscatto umano e sociale, in un racconto che esalta il lavoro femminile sullo sfondo del ventennio fascista, con la sua politica maschilista e la retorica della madre patria.