Dipendenze patologiche: a Rimini i 100 ragazzi liberati

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Il 26 dicembre Mons. Zuppi incontrerà i ragazzi a fine programma, da Italia, Brasile e Paesi dell’Est. In 30 da Forlì

Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII logoRIMINI – Ha ricevuto il più bel regalo di Natale della sua vita D., 40 anni, quando, nella giornata di giovedì 21 dicembre, gli operatori della Comunità di S.Antonio di Faenza gli hanno annunciato senza preavviso che sarebbe presto ritornato un uomo libero. Sta per terminare, con la fine dell’anno, il percorso terapeutico per l’uscita dalla droga.

Il 26 dicembre alle 11.15 giungeranno con lui a Rimini altre 30 persone da Forlì, 10 dal Brasile e 6 dai paesi dell’est. Circa 100 fra giovani ed adulti arriveranno dalle comunità terapeutiche contro le dipendenze della Comunità Papa Giovanni XXIII. Nella Parrocchia della Resurrezione, che fu di Don Oreste Benzi, celebreranno il Riconoscimento della propria vittoria personale su droga, alcool e gioco d’azzardo. Circa 400 familiari verranno a stringere la mano ai propri figli ritrovati: celebrerà l’Eucarestia l’Arcivescovo di Bologna Matteo Maria Zuppi.

12 dei protagonisti della giornata saranno donne. La maggior parte delle vittime di dipendenze che ha terminato il programma ha lottato per la liberazione dalle droghe: eroina in primo luogo e cocaina. 22 sono le comunità in Italia; 17 i centri all’estero. Il percorso di recupero dura in media 3 anni e che è costituito da 3 fasi: l’accoglienza, la comunità, il rientro. Al termine, il Riconoscimento è un momento di rinascita per intere famiglie. La prima festa del riconoscimento è stata celebrata da don Orenze Benzi nel 1995.

Per i più giovani è il tempo di guardare al futuro; come è il caso per M., che era entrato in comunità nel vicentino all’età di 17 anni e che ora ne compirà 20; un altro ragazzo, A. di 25 anni, ha deciso di partire per un anno di servizio civile in Bolivia; un altro giovane ha terminato il conservatorio e si prepara a diventare maestro di oboe. Alcuni hanno già trovato lavoro part-time nei bar o nei servizi ambientali.

Giovanni Paolo Ramonda, il responsabile della Comunità, si rivolge con un augurio ai ragazzi impegnati nei programmi terapeutici: «Siete giovani che nel cammino di liberazione dalle dipendenze avete scoperto i vostri talenti, ora sappiate metterli a frutto per il bene comune e dei più poveri».

E poi si rivolge alla politica: «Assistiamo ad un crollo verticale dell’attenzione al tema delle dipendenze patologiche, soprattutto per quanto riguarda quelle più tradizionali come droghe ed alcool. Il prossimo governo definisca una delega, e riattivi la consulta di esperti ed i percorsi previsti dal testo unico 309/90».