Non c’è dubbio che Rimini sia alle prese con una fase delicata della sua storia: c’è in atto un profondo processo di cambiamento e di riconversione del modello, concretizzato attraverso cantieri, investimenti, progetti, nel mentre di una crisi economica che già da un quinquennio stringe il Paese in una morsa di contrazione di consumi e di sfiducia. Rimini ha scelto di sfidare e non attendere; di rilanciare e non fermarsi; di ripartire dalle fondamenta e non allargare con fatalismo le braccia. E lo ha fatto come comunità, e cioè l’insieme di soggetti, pubblici e privati, che condivide una stessa aspirazione e un medesimo obiettivo.
Il mondo creditizio locale, pur alle prese anch’esso con enormi difficoltà dal 2009 in avanti, ha intrapreso questa strada, rientrando a pieno diritto e con un ruolo attivo nelle dinamiche di un territorio che si sta rimboccando le maniche per progettare un nuovo futuro. In questo senso la Cassa di Risparmio di Rimini ha definito e attuato il percorso per un rafforzamento patrimoniale dell’istituto, principalmente destinato a dotare la Carim di risorse per investimenti di sviluppo a favore dell’imprenditorialità diffusa, e dunque a favore del benessere e dei livelli occupazionali dei riminesi. Il piano di capitalizzazione della banca riminese consentirebbe di portare a termine il percorso interno di efficientamento e di proseguire e incrementare i positivi impatti sul territorio; il contrario, cioè l’impedimento di questo percorso, similarmente a quanto sta avvenendo ad importanti istituti bancari nel territorio italiano, prima di tutto priverebbe l’ambito locale di uno strumento creditizio fondamentale a sostegno dei progetti di rinnovamento, innovazione e sviluppo del tessuto socioeconomico e istituzionale.
Per questo è interesse dell’amministrazione comunale ribadire il positivo auspicio affinché lo ‘aggiornamento ispettivo’ di Banca d’Italia confermi nei tempi più adeguati la solidità del percorso di rafforzamento patrimoniale, varato nei mesi scorsi dall’istituto. Guardiamo, ripeto, con fiducia a questo decisivo passaggio, anche in considerazione del fatto che la prima tranche di aumento di capitale (40 milioni di euro) stava già raccogliendo adesioni importanti e vi erano buone indicazioni circa la sua copertura totale, frutto di un riscontrato clima di fiducia e di disponibilità sia da parte degli azionisti sia del mondo imprenditoriale”.
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