Appalti e legalità, protocollo tra comune di Modena e sindacati

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APPALTI E LEGALITÀ, PROTOCOLLO TRA COMUNE E SINDACATISiglato nei giorni scorsi per “anticipare e rafforzare” strumenti e modelli organizzativi previsti con la riforma del Codice: dalla Centrale unica al Rating

MODENA – In attesa della riforma del Codice degli Appalti, il Comune di Modena e i sindacati confederali hanno sottoscritto un Protocollo d’intesa in materia di appalti, legalità, trasparenza, responsabilità sociale per “anticipare e, laddove possibile, rafforzare strumenti e modelli organizzativi che possano garantire legalità, trasparenza, contrasto alle infiltrazioni mafiose, regolarità del lavoro, tutela dell’occupazione, finalità ambientali e sociali”.

Sono questi, infatti, gli obiettivi del documento sottoscritto nei giorni scorsi dal sindaco Gian Carlo Muzzarelli, insieme all’assessore alla Promozione della cultura della legalità Andrea Bosi, e dai segretari dei sindacati Cgil, Cisl e Uil (Tania Scacchetti, William Ballotta e Luigi Tollari) sottolineando che “gli appalti di lavori, servizi e fornitore rappresentano una leva fondamentale per sostenere l’economica, dare opportunità alle imprese, mantenere e creare buoni posti di lavoro e, per queste ragioni, devono essere sempre più strumento di legalità”.

Tra gli impegni assunto con il Protocollo c’è quello di verificare la fattibilità di una Centrale unica di committenza di carattere provinciale “al fine di limitare la discrezionalità delle stazioni appaltanti e prevenire fenomeni di corruzione o di infiltrazioni mafiose, garantendo nel contempo l’efficienza delle procedure”. Verrà inoltre aggiornato il Protocollo sottoscritto con la Prefettura nel 2011 e adeguato al nuovo scenario lo strumento dell’Osservatorio appalti, mentre con la Prefettura verranno individuate modalità operative finalizzate alla semplificazione delle procedure amministrative, alla verifica scrupolosa dell’iscrizione alla white list delle imprese operanti nei settori a più alto rischio di infiltrazione mafiosa.

Negli appalti di servizi alla persona, inoltre, ci si impegna a prevedere quale unico criterio di aggiudicazione quello dell’offerta economicamente vantaggiosa “valorizzando nell’applicazione gli aspetti qualitativi”.

Nei bandi di gara si prevede di rafforzare la richiesta di requisiti qualitativi e reputazionali, di contrastare forme di non applicazione di fatto dei contratti di lavoro e di incentivare la partecipazione delle piccole e medie imprese attraverso l’adozione della politica dei lotti funzionali autonomi. Previsto anche il principio della responsabilità solidale tra appaltatore e subappaltatore e, dove è compatibile, il pagamento diretto del subappaltatore da parte della stazione appaltante, oltre all’obbligo di autorizzazione preventiva di tutti i subappalti, con il Comune che si impegna a garantire, come avviene già ora, il rispetto dei tempi di pagamento previsti dalle norme.

Nei lavori più significativi verranno promosse forme di dibattito pubblico e confronti con le organizzazioni sociali ed economiche, mentre nei documenti di gara il Rating di legalità delle imprese rilasciato dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato sarà inserito come fattore premiante, sollecitando le autorità competenti a prevederne il rilascio anche per le imprese con un fatturato inferiori ai due milioni di euro.

Il Comune si impegna anche ai inserire nelle gare di affidamento dei servizi la causa di salvaguardia per il riassorbimento della manodopera, dove è possibile, e per il rispetto della contrattazione collettiva di riferimento. Prevista anche la clausola per l’inserimento lavorativo delle persone in condizioni di svantaggio, mentre per le gare di particolare complessità funzionale e tecnologica o innovative sul piano economico, organizzativo o di mercato, il Comune “farà ricorso agli strumenti del dialogo competitivo con la finalità di comprendere meglio le disponibilità del mercato in continua evoluzione e a contribuire alla crescita qualitativa della domanda di lavori, servizi e forniture”.

I sindacati confederali si impegnano a collaborare per lo sviluppo del progetto di integrazione delle banche dati finalizzata al potenziamento delle attività di monitoraggio, prevenzione e contrasto dei fenomeni di illegalità economica.