Il 23 settembre 2017, a Pieve di Cento “Prima edizione del festival Officina Roversi”

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pieghevole OR:Layout 1PIEVE DI CENTO (BO) – Il 23 settembre 2017, a Pieve di Cento (Bologna), prende il via la prima edizione del festival Officina Roversi.

A cinque anni dalla scomparsa di Roberto Roversi (avvenuta il 14 settembre 2012), poeta, scrittore, giornalista e libraio, punto di riferimento fin dai primi anni Cinquanta per molti poeti e intellettuali del panorama italiano, il Comune di Pieve di Cento, l’Unione Reno Galliera e le Edizioni Pendragon promuovono e organizzano il progetto Officina Roversi, un festival di incontri, diffuso nel territorio e nei luoghi amati dal grande poeta bolognese – Pieve di Cento, Bologna, San Marino di Bentivoglio – e teso a celebrare il suo lavoro riproponendolo al pubblico perché possa esserne riconosciuta l’attualità.

In questa prima edizione, i sei incontri saranno dedicati alla produzione roversiana per musica e teatro.

Si riascolteranno quindi le canzoni che scrisse per Lucio Dalla e Gaetano Curreri – eseguite da quattro giovani artisti bolognesi – e verranno presentati in anteprima i brani composti dal gruppo degli Zois su testi inediti.

L’autore e attore teatrale Oscar De Summa invece ci leggerà pagine tratte dal testo Il Frate, sceneggiatura riscoperta (che verrà pubblicata dalle Edizioni Pendragon) che Roversi scrisse raccontando la vita di San Francesco d’Assisi per un film che doveva essere diretto da Michelangelo Antonioni.

Infine verrà presentato l’ultimo testo narrativo di Roversi, Scalabrino, accompagnato da musiche, eseguite dal vivo, tratte da Il giorno aveva cinque teste e dagli altri dischi realizzati con Lucio Dalla.

Il festival è realizzato in collaborazione con la Città Metropolitana – Istituzione Villa Smeraldi Museo della Civiltà Contadina, Genus Bononiae, Fondazione Del Monte – Oratorio di San Filippo Neri, Mismaonda e con la stagione teatrale Agorà, e ha il sostegno di Fondazione Unipolis e Coop Alleanza 3.0.

Pieve di Cento è stata cara a Roberto Roversi fin da ragazzo: vi aveva vissuto infatti l’infanzia poiché il padre era nato proprio a Pieve (dove aveva anche esercitato l’attività di medico condotto) ed è diventata la “sua” Pieve quando, nel 1981, vi ritornò per scrivere un articolo de L’Espresso in cui la definì la sua “piccola Atene emiliana” apprezzandone la storia, i monumenti e le tradizioni.

È iniziata così una profonda amicizia tra il poeta e la città che è stata suggellata nel 2006 dalla volontà di Roversi di affidare al Comune di Pieve di Cento il suo archivio privato di lavoro.

Forte di questo legame, il Comune di Pieve di Cento insieme all’Unione Reno Galliera e alle Edizioni Pendragon, promuove questa prima edizione del festival, a cui ne seguiranno altre, tutte finalizzate a far conoscere e valorizzare l’opera di uno dei più importanti intellettuali del Novecento.

L’avvio del progetto è previsto sabato 23 settembre 2017 a Pieve di Cento, presso il Teatro Alice Zeppilli, alle ore 21, con Oscar De Summa che legge Il Frate.

Tra gli scritti di Roversi esiste questa sceneggiatura sulla vita e le opere di San Francesco d’Assisi.

Una figura, quella che disegna Roversi, potente e mistica, ma pienamente calata nella vita politica e sociale del suo tempo.

Scritta su commissione, la sceneggiatura fu poi modificata da Roversi stesso con Tonino Guerra e Michelangelo Antonioni; purtroppo il film non fu mai realizzato.

Forti del desiderio di conoscere meglio anche questo aspetto del poeta Roversi, attraverso una lettura prende il via una prima tappa di studio e di confronto con il pubblico dell’opera Il Frate – titolo che Roversi stesso diede al lavoro – con l’auspicio che potesse diventare anche uno spettacolo.

La lettura verrà replicata presso il Santuario di Santa Maria della Vita a Bologna il 25 ottobre 2017, alle ore 21.00.

Venerdì 29 settembre, alle ore 21.00 in Piazza Andrea Costa a Pieve di Cento, Roberta Giallo (fresca vincitrice del premio Bindi), Irene Catani, Francesco Milanesi e Paolo Piermattei accompagnati dalla chitarra di Piero Posani eseguono dal vivo molte delle circa cinquanta canzoni, alcune delle quali entrate nell’Olimpo dei classici – Chiedi chi erano i Beatles, Nuvolari – scritte da Roberto Roversi e musicate per la maggior parte da Lucio Dalla e Gaetano Curreri.

Sabato 7 ottobre appuntamento con gli Zois e il concerto Etilene per tutti: la collaborazione tra Roversi e Lucio Dalla portò alla realizzazione di tre album mitici, che hanno rivoluzionato la storia della canzone d’autore italiana.

Gli Zois hanno preso sei di quelle canzoni e le hanno riarrangiate; hanno inoltre musicato sette “testi per canzoni” che Roversi scrisse negli anni Settanta/Ottanta finora rimasti inediti.

Gli Zois saranno in concerto anche a Bologna il 19 ottobre alle ore 21.00 presso l’Oratorio di San Filippo Neri.

Il festival si conclude domenica 5 novembre, alle ore 18.00 al Museo della Civiltà Contadina Istituzione Villa Smeraldi con Scalabrino, e alcuni testi per la musica: Maria Gioia Tavoni presenta l’ultimo brevissimo testo narrativo di Roversi con l’accompagnamento delle canzoni della coppia Dalla-Roversi interpretate da Roberta Giallo.

Villa Smeraldi era un luogo caro a Roversi in quanto in questa dimora trascorse molte delle sue estati giovanili, sia come ospite di suo zio Rigoberto Smeraldi sia, successivamente, quando la villa divenne proprietà dei suoi genitori.

Tutti gli appuntamenti sono a ingresso libero.

Secondo il Sindaco di Pieve di Cento Sergio Maccagnani: “A cinque anni dalla scomparsa di Roberto Roversi abbiamo pensato a una rassegna che possa riscoprire attraverso il teatro e la musica i testi di un poeta che ha ispirato tanti illustri artisti nel corso della sua carriera. A Pieve custodiamo il suo archivio privato di lavoro. Per questo abbiamo pensato a una serie di appuntamenti che consentiranno a tutto il territorio metropolitano di scoprire la profondità e l’attualità dei testi di una delle figure che hanno contribuito a rendere grande Bologna in Italia e nel mondo”.

Antonio Bagnoli, nipote del poeta ed editore della Pendragon: “Roversi è sempre stata una figura appartata, poco amante delle celebrazioni e dei media. Cerchiamo, con questa ‘Officina’ di rispettare il suo modo di operare portando in primo piano non lui ma il suo lavoro, che mi sembra avere le caratteristiche che hanno i grandi classici: essere sempre attuale”.

Contatti:
Ufficio Cultura – Unione Reno Galliera
Resp. Giorgia Govoni, cultura@renogalliera.it, tel. 0518904821 cell. 3665267569